Perché il fumo macchia i denti?

La nicotina e il catrame sono i due maggiori responsabili delle macchie da tabacco nei denti.

La nicotina, pur essendo incolore, assume tonalità giallognole quando si lega all’ossigeno atmosferico. Il catrame è invece scuro, tendente al nero.

Nei fumatori le macchie dentali dipendono – più che dall’intensità del fumo – soprattutto dalle quantità di placca e tartaro presenti, a cui si legano le molecole pigmentate del tabacco.

Sebbene non vi siano differenze significative nelle quantità di placca presenti in fumatori e non fumatori, vi sono divergenze nella composizione in termini di flora batterica; nei fumatori, infatti, è più alto il rischio di colonizzazione da parte di specie microbiche ostili per la salute dei denti.

Per questo è importante una corretta igiene orale e un periodico controllo dal proprio dentista.

Fumare fa male, anche all’impianto

Il fumo di tabacco è uno dei più acerrimi nemici della salute dell’intero organismo.

Per quanto riguarda la salute dei denti le statistiche non sono certo migliori: nei fumatori il rischio di parodontite grave è tre volte maggiore rispetto ai non fumatori, mentre le probabilità di risposta positiva alla terapia parodontale scendono del 50%. Ricordiamo a tal proposito come la parodontite sia un’infiammazione dei tessuti di sostegno dei denti (nel complesso chiamati parodonto), che vengono progressivamente indeboliti fino a lasciar cadere il dente.

I motivi per cui il fumo di tabacco fa così male sono diversi, ma in buona parte riconducibili all’effetto vasocostrittore della nicotina, che riduce le quantità di sangue e ossigeno a disposizione del parodonto. Meno ossigeno significa ridotte capacità immunitarie e rigenerative (con minor sintesi di fibronectina e collagene). Non a caso, nei fumatori si notano differenze qualitative della placca batterica con maggior presenza di specie anaerobiche aggressive nei confronti del parodonto. Da considerare, poi, anche l’esposizione delle mucose orali ai numerosi agenti irritanti, alle tossine e ai prodotti cancerogeni sviluppati dalla combustione delle foglie di tabacco; basti pensare che tra i pazienti affetti da carcinoma orale almeno l’80% fuma.

Tra i fumatori poi si osservano maggiori quantità di tartaro rispetto ai non fumatori, una maggiore tendenza alla recessione gengivale e un aumento delle superfici dentali cariate o otturate.

E’ stato anche rilevato che il fumo può compromettere il successo di un impianto dentale. Può danneggiare, infatti, il tessuto osseo e i tessuti molli, modificando la circolazione e la microcircolazione ematica. Nello specifico può comportare la perdita precoce dell’impianto e una riduzione di osso marginale, determinante per la stabilità dell’impianto stesso.

E’ consigliato, infatti, un protocollo di sospensione dal fumo per una settimana prima e per otto settimane dopo l’intervento chirurgico.

 

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